Quanto sono splendidi i litorali nella nostra bella Italia!
Qui del tutto godibili non si può dire lo stesso purtroppo a Siracusa!
Qui del tutto godibili non si può dire lo stesso purtroppo a Siracusa!
Boston, Massachusetts – La stampa 3D ora può essere utilizzata per stampare microbatterie agli ioni di litio delle dimensioni di un granello di sabbia. Le microbatterie possono fornire energia elettrica a piccoli dispositivi in settori dalla medicina alla comunicazione. Molti si sono fermati sui banchi di laboratorio per la mancanza di una batteria abbastanza piccola che si adattasse al dispositivo, e fornisse loro abbastanza energia immagazzinata . Per produrre le microbatterie, un team con sede presso l’Harvard University e l’University of Illinois a Urbana-Champaign ha stampato pile interlacciate precisamente elettrodi di una minuscola batteria, ciascuna inferiore alla larghezza di un capello umano. "Abbiamo dimostrato per la prima volta che siamo in grado di 3D-stampare una batteria, nel modo più rigoroso,- ha detto Jennifer Lewis, professore di Ingegneria di ispirazione biologica presso l’Harvard School of Engineering and Applied Sciences (SEAS), e membro del nucleo nell'Istituto Wyss di ispirazione per Ingegneria biologica presso l'Università di Harvard". Lewis ha guidato il progetto prima presso l’University of Illinois a Urbana-Champaign, in collaborazione con Shen Dillon, assistente professore di Scienza dei Materiali e Ingegneria . Negli ultimi anni gli ingegneri hanno inventato molti dispositivi miniaturizzati, inclusi impianti medici, robot volanti simili a insetti e piccole telecamere e microfoni che si adattano su un paio di occhiali. Ma spesso le batterie di alimentazione sono grandi o più grandi dei dispositivi stessi - che contrasta con l'obiettivo della costruzione di piccole dimensioni. Per creare la microbatteria, una stampante 3D su misura estrude inchiostri speciali attraverso un ugello stretto di un capello umano. Tali inchiostri solidificano per creare anodo della batteria (rosso) e il catodo (viola), strato dopo strato. Un caso (verde) poi racchiude gli elettrodi e la soluzione elettrolitica aggiunto per creare una micro batteria da lavoro.
I produttori hanno tradizionalmente depositato film sottili di materiali solidi per costruire gli elettrodi. Tuttavia, grazie al loro design ultra-piatto, queste micro-batterie a stato solido non producevano energia sufficiente per alimentare i dispositivi miniaturizzati del domani. Gli scienziati hanno capito che potevano confezionare più energia creando pile strettamente interlacciati a elettrodi ultrasottili costruite fuori dal piano. Per questo si sono rivolti alla stampa 3D. Stampanti 3D seguono le istruzioni dai disegni tridimensionali al computer, depositando strati successivi di materiale - inchiostri - per costruire un oggetto fisico da zero, proprio come impilare un mazzo di carte una alla volta. La tecnica è utilizzata in una vasta gamma di settori, dalla produzione di corone nei laboratori odontotecnici per la prototipazione rapida dei settori aerospaziale, automobilistico, e prodotti di consumo. Il gruppo di Lewis’ha notevolmente ampliato le funzionalità della stampa 3D. Hanno progettato una vasta gamma di inchiostri funzionali - inchiostri con proprietà elettriche e chimiche utili. E hanno usato questi inchiostri con le stampanti 3D realizzati su misura per la creazione di strutture precise con proprietà elettroniche, ottiche, meccaniche, o biologicamente rilevanti che desiderano. Per stampare elettrodi 3D, gruppo di Lewis 'prima creato e testato diversi inchiostri specializzati. Diversamente l'inchiostro in una stampante a getto d'inchiostro per ufficio, esce come gocce di liquido che bagnano la pagina, gli inchiostri sviluppati per la stampa 3D estrusione-based devono soddisfare due difficili requisiti. Devono uscire sottili ugelli come il dentifricio da un tubetto, e devono subito indurire nella loro forma finale. In un video, un ugello 3D-stampante più stretto di un capello umano stabilisce un "inchiostro" strato per strato appositamente formulato per la costruzione di un anodo per microbatteria da zero. Diversamente l’inchiostro in una stampante a getto d'inchiostro per ufficio, che esce da goccioline di liquido e bagna un pezzo di carta, questi inchiostri 3D-stampante sono appositamente formulati per uscire dall'ugello come dentifricio dal tubo, poi subito indurire in strati stretti come quelli prodotti con metodi di fabbricazione a film sottile. Inoltre, gli inchiostri contengono nanoparticelle di un composto di ossido di litio-metallo che danno all'anodo le proprietà elettriche adeguate.
In questo caso, gli inchiostri anche dovuto funzionare come materiali elettrochimicamente attivi per creare anodi e catodi di lavoro, e hanno dovuto indurire in strati che sono stretto come quelli prodotti da metodi di fabbricazione a film sottile. Per raggiungere questi obiettivi, i ricercatori hanno creato un inchiostro per l'anodo con nanoparticelle di un composto di ossido di litio-metallo, e un inchiostro per il catodo da nanoparticelle di un altro. La stampante deposita gli inchiostri sulla dentatura di due pettini oro, creando una pila strettamente interlacciata di anodi e catodi. Poi i ricercatori hanno confezionato gli elettrodi in un piccolo contenitore e riempiti con una soluzione elettrolitica per completare la batteria. Hanno poi misurato quanta energia potrebbe essere contenuta nelle piccole batterie, la quantità di energia che potrebbero fornire, e quanto tempo hanno tenuto una carica. "Le prestazioni elettrochimiche sono paragonabili a batterie commerciali in termini di spesa, tasso di scarica, ciclo di vita e densità di energia. Siamo in grado -ha detto Dillon- di raggiungere questi risultati su una scala molto più piccola "."Innovativi disegni a inchiostro microbatteria di Jennifer espandono notevolmente gli usi pratici di stampa 3D, e, contemporaneamente, si aprono possibilità del tutto nuove per la miniaturizzazione di tutti i tipi di dispositivi, entrambi medici e non medici. "E ' stato eccitante,- ha detto Donald Ingber direttore Wyss Founding”. Il lavoro è stato sostenuto dal National Science Foundation e l'Energy Research Center Frontier DOE sulle interazioni dei materiali leggeri nella conversione dell'energia. Oltre a Lewis e Dillon, contributi importanti da Ke Sun, studente laureato in Scienza dei Materiali e Ingegneria presso l'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign; Teng-Canta Wei, studente laureato alla Harvard SEAS; Bok Yeop , senior research scientist presso l'Istituto Wyss , e Yoon Jung Seo, scienziato in visita nel gruppo Lewis, dall’ Istituto di Scienza e Tecnologia avanzata della Corea.
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STRANA CITTA'
Strana città, Siracusa (città inclusa nella World Heritage List) nella quale l’amministrazione comunale mena vanto dell’ennesima annunciata inaugurazione del teatro comunale, nel quale i lavori sono stati avviati un cinquantennio addietro ed ha contribuito a foraggiare intere generazioni d’imprenditori mentre le bellezze naturali che andrebbero valorizzate, proprio per mantenere l’inclusione nella World Heritage List, sono colpevolmente trascurate. Esemplare l’esempio dell’illuminazione nella strada panoramica che, oltre a costeggiare il teatro Greco, offre una visione unica della città che ormai versa nel buio più assoluto, dopo che era stata manutenzionata non più tardi di qualche anno addietro. Strana città nella quale nel solco di opere pubbliche diventano una lunga via Crucis, com’è il caso di via Puglia in cui i lavori, come al solito, erano iniziati in pompa magna, ma continuano a segnare il passo per una strozzatura della carreggiata dovuta a un muro di recinzione: un inghippo da risolvere per tempo prima di avviare i lavori.Strana città nella quale non si riesce ad avviare l’appalto per l’igiene urbana, nonostante la città, come segnalano i turisti, si presenta molto sporca e nonostante le risibili motivazioni addotte dall’attuale amministrazione comunale. Strana città nella quale improvvisamente solo grazie a foto pubblicate su social network si viene a scoprire che si è tenuta una tappa della Targa Florio, concedendo che le vetture impegnate nella manifestazione trovassero sistemazione tra le “sacre pietre” del Teatro Greco. Strana città nella quale nessuno tra personale politico cittadino, regionale e nazionale nessuno interviene sul problema delle polveri sottili e di altri prodotti inquinanti che minacciano da vicino la salute dei cittadini, mentre le industrie che sono state condannate a bonificare, operano ricorsi a tamburo battente, sostenendo di essere autorizzati a questo comportamento proprio per avere ricevuto l’avallo dell’AIA (autorizzazione impatto ambientale).
Strana città nella quale si annuncia con grande evidenza la manutenzione per 146.118 €, della strada provinciale 46 Belvedere-Carancino che riguarda i muri a secco prospicienti alle Mura Dionigiane mentre altri punti della stessa provinciale sono perennemente allagati alle prime gocce di pioggia, per una disfunzione a lungo segnalata dagli abitanti del quartiere conosciuto come il villaggio Miano.
Strana città nella quale si annuncia con grande evidenza la manutenzione per 146.118 €, della strada provinciale 46 Belvedere-Carancino che riguarda i muri a secco prospicienti alle Mura Dionigiane mentre altri punti della stessa provinciale sono perennemente allagati alle prime gocce di pioggia, per una disfunzione a lungo segnalata dagli abitanti del quartiere conosciuto come il villaggio Miano.
Galleria di murales
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Questo è un modo per fare volare la fantasia . E qui sotto vi sono in serie murales da diverse
parti del mondo.Arte povera ma non troppo se riesce a trasferire sensazioni!
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In Italia si smaltiscono i rifiuti senza inceneritori!
La straordinaria cometa Lovejoj
E’ arrivata a Natale la cometa Lovejoj come viene riproposta in questa straordinaria immagine trasmessa dalla stazione orbitale internazionale mediante la sua grande finestra osservatorio dal comandante Dan Burbark. La cometa Lovejoj è una singolarità spaziale infatti è misteriosamente sopravvissuta all’incontro ravvicinato col Sole ,la grande stella gialla del nostro sistema solare. “ E’ la cosa più sorprendente che io abbia mai visto nello spazio” ha detto piuttosto sorpreso nell’intervista,per l’appunto Dan Burbank. Le immagini, diffuse dalla Nasa e presentate dall’agenzia spaziale americana come le più simboliche mai riprese dalla Stazione Spaziale, della cometa Lovejoy, che nei giorni scorsi è misteriosamente sopravvissuta all’incontro ravvicinato con il Sole. Il comandante Burbank le ha riprese dalla Cupola, la grande finestra-osservatorio della stazione orbitale. È accaduto nella notte fra il 21 e il 22 dicembre, quando la cometa scampata alla distruzione è ”emersa” dall’orizzonte terrestre mentre la Stazione Spaziale orbitava ad un’altezza di circa 400 chilometri dalla superficie del nostro pianeta. ”Stavamo volando sulla Tasmania e avevamo appena osservato la tempesta che nel Sud del Pacifico ha colpito le Filippine. Era notte e i lampi riempivano tutto il cielo”, racconta Burbank.”Poco prima che sorgesse il Sole” prosegue “l’orizzonte della Terra ha cominciato a illuminarsi, colorandosi di blu e porpora e in quel momento è comparso un lungo arco verde che si estendeva per circa 10 gradi dall’orizzonte”. Al momento l’astronauta non aveva idea di che cosa stesse osservando ed ha continuato a seguire il lungo arco finché non è stato nascosto dal modulo-laboratorio giapponese Kibo, agganciato alla Stazione Spaziale. Dopo gli astronomi, che si aspettavano di vederla morire nel suo tuffo nel Sole, la cometa ha stupito così anche gli astronauti. ”È la cosa più spettacolare che si possa immaginare e nello spazio” conclude Burbank “di cose straordinarie se ne vedono davvero molte”
Il tonno più costoso del mondo
Un tonno rosso di 593 libbre del Pacifico è stato venduto per $ 735.000 (¥ 56.490.000) nel mercato di Tsukiji di Tokyo. Questo batte il precedente record di prezzo dello scorso anno quando venne pagato oltre $ 260.000.Perché così costosi? Il tonno rosso è considerato il miglior sashimi e sushi nel mondo. Sono stati pescati quasi all'estinzione nonostante la popolazione del tonno rosso del Pacifico sia la più stabile fino ad oggi. Il pesce enorme, uno dei più grandi nel Pacifico, è stato acquistato da Kiyoshi Kimura operatore dei 46-store-Sushi Zanmai catena di ristoranti. Kimura ha dichiarato che lui ha sborsato tanto per il pesce, perché voleva dare qualche buona notizia dopo lo devastante tsunami e la catastrofe nucleare dello scorso anno in Giappone.
"Il Giappone ha passate tante disavventure l'anno scorso a causa del disastro", ha detto."Ha bisogno di essere confortato e di rimanere forte. Questo è quello che ho cercato di fare e ho finito per comprare la più costosa preda."Kimura ha anche detto che voleva il sushi rosso rimanesse in Giappone.
Anche se elencato nella lista rossa IUCN e quindi poco preoccupante come specie, la pesca eccessiva è diventato un problema per il tonno rosso del Pacifico. I ricercatori lo scorso anno hanno stimato che la biomassa riproduttiva attuale del tonno rosso del Pacifico era solo 40-60 per cento della sua biomassa riproduttiva storica. Le altre due specie del tonno rosso, dell'Atlantico e del Sud, sono attualmente elencati in pericolo critico. Data la loro scarsità, gli ambientalisti e gli scienziati stanno spingendo per una più rigida regolamentazione e la riduzione delle catture (in alcuni casi per una moratoria completa sulle catture) del tonno rosso. Il Monterey Bay Aquarium riguardo le liste per la conservazione del pesce a rischio di estinzione,avverte i consumatori di evitare ogni tonno rosso a causa della sua scarsità e i metodi utilizzati per catturarlo, che producono conseguenti alti livelli di catture accidentali .Ci sono stati anche problemi di salute sollevate circa i livelli di mercurio e PCB (policlorobifenili) presenti nel tonno rosso. Il Giappone è di gran lunga il più grande consumatore di tonno. Circa l'80 per cento delle catture di tonno globali sono esportati verso la nazione insulare, soprattutto per l'uso come sashimi e sushi."Sai, le cose buone come questo sono apprezzate in tutto il mondo", ha detto Hirotaka Higurashi, un cliente ventiduenne di sesso maschile a Sushi-Zanmai e, quando gli viene chiesto della pesca eccessiva,così ha commentato. "Non c'è nulla che possiamo fare al riguardo". A differenza di molti altri pesci,i tonni sono a sangue caldo,fattore che permette loro di abitare entrambe le acque sia fredde che calde. Sono predatori in mare e, impattano fino in fondo sulla catena alimentare.
"Il Giappone ha passate tante disavventure l'anno scorso a causa del disastro", ha detto."Ha bisogno di essere confortato e di rimanere forte. Questo è quello che ho cercato di fare e ho finito per comprare la più costosa preda."Kimura ha anche detto che voleva il sushi rosso rimanesse in Giappone.
Anche se elencato nella lista rossa IUCN e quindi poco preoccupante come specie, la pesca eccessiva è diventato un problema per il tonno rosso del Pacifico. I ricercatori lo scorso anno hanno stimato che la biomassa riproduttiva attuale del tonno rosso del Pacifico era solo 40-60 per cento della sua biomassa riproduttiva storica. Le altre due specie del tonno rosso, dell'Atlantico e del Sud, sono attualmente elencati in pericolo critico. Data la loro scarsità, gli ambientalisti e gli scienziati stanno spingendo per una più rigida regolamentazione e la riduzione delle catture (in alcuni casi per una moratoria completa sulle catture) del tonno rosso. Il Monterey Bay Aquarium riguardo le liste per la conservazione del pesce a rischio di estinzione,avverte i consumatori di evitare ogni tonno rosso a causa della sua scarsità e i metodi utilizzati per catturarlo, che producono conseguenti alti livelli di catture accidentali .Ci sono stati anche problemi di salute sollevate circa i livelli di mercurio e PCB (policlorobifenili) presenti nel tonno rosso. Il Giappone è di gran lunga il più grande consumatore di tonno. Circa l'80 per cento delle catture di tonno globali sono esportati verso la nazione insulare, soprattutto per l'uso come sashimi e sushi."Sai, le cose buone come questo sono apprezzate in tutto il mondo", ha detto Hirotaka Higurashi, un cliente ventiduenne di sesso maschile a Sushi-Zanmai e, quando gli viene chiesto della pesca eccessiva,così ha commentato. "Non c'è nulla che possiamo fare al riguardo". A differenza di molti altri pesci,i tonni sono a sangue caldo,fattore che permette loro di abitare entrambe le acque sia fredde che calde. Sono predatori in mare e, impattano fino in fondo sulla catena alimentare.
Occhiolà un presepe dei monti Erei, all'ex Monastero dei Benedettini docufilm di Lorenzo Daniele
Presentato presso il Coro di notte dell'ex Monastero dei Benedettini di Catania (Piazza Dante) il docufilm Occhiolà, un presepe dei monti Erei del regista Lorenzo Daniele.
Massimo Frasca, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell'Università di Catania e coordinatore scientifico del progetto, era presente assieme al regista, il direttore della fotografia Mauro Italia e l'archeologa Alessandra Cilio che ha curato l'adattamento dei testi.
Prodotto da “Fine Art Produzioni” in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Catania e la Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Catania, il docufilm è stato proiettato in anteprima alla XXII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto (TN) lo scorso ottobre, piazzandosi all’undicesimo posto su 130 pellicole in concorso.
Occhiolà, un presepe dei monti Erei è un omaggio alla città distrutta dal terremoto dell'11 gennaio del 1693 e ricostruita in un altro sito con il nome di Grammichele.
Si tratta di un viaggio nel tempo, tra le case basse, le vie tortuose e il castello del piccolo centro situato alle pendici dei monti Erei, dove il tempo si è fermato a quella mattina di gennaio, quando la terrà tremò. Tre secoli dopo, gli archeologi ritrovano fra le macerie e i detriti di quella “città fantasma” tracce di vite interrotte: un piccolo presepe modellato a mano, sigillo dell’ultimo palpito di vita del villaggio.
« Abbiamo voluto sperimentare - racconta il regista - una forma di linguaggio filmico insolita per le produzioni di genere. La strada della divulgazione archeologica già intrapresa dalla Scuola di Catania attraverso i documentari, parallela alle pubblicazioni scientifiche, si è arricchita di un nuovo strumento di comunicazione, il docufilm. Alle informazioni tecniche provenienti dagli scavi dell'archeologo Andrea Patanè e da alcuni allievi della Scuola abbiamo affiancato la fiction di un carusu e del vecchio ceramista, suo maestro, in cui Greci e Indigeni assumono la fisionomia del mito. In questo modo il linguaggio accademico si trasforma in una narrazione dal forte impatto emozionale destinata a un pubblico più ampio rispetto a quello degli archeologi».
Massimo Frasca, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell'Università di Catania e coordinatore scientifico del progetto, era presente assieme al regista, il direttore della fotografia Mauro Italia e l'archeologa Alessandra Cilio che ha curato l'adattamento dei testi.
Prodotto da “Fine Art Produzioni” in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Catania e la Soprintendenza ai BB. CC. AA. di Catania, il docufilm è stato proiettato in anteprima alla XXII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto (TN) lo scorso ottobre, piazzandosi all’undicesimo posto su 130 pellicole in concorso.
Occhiolà, un presepe dei monti Erei è un omaggio alla città distrutta dal terremoto dell'11 gennaio del 1693 e ricostruita in un altro sito con il nome di Grammichele.
Si tratta di un viaggio nel tempo, tra le case basse, le vie tortuose e il castello del piccolo centro situato alle pendici dei monti Erei, dove il tempo si è fermato a quella mattina di gennaio, quando la terrà tremò. Tre secoli dopo, gli archeologi ritrovano fra le macerie e i detriti di quella “città fantasma” tracce di vite interrotte: un piccolo presepe modellato a mano, sigillo dell’ultimo palpito di vita del villaggio.
« Abbiamo voluto sperimentare - racconta il regista - una forma di linguaggio filmico insolita per le produzioni di genere. La strada della divulgazione archeologica già intrapresa dalla Scuola di Catania attraverso i documentari, parallela alle pubblicazioni scientifiche, si è arricchita di un nuovo strumento di comunicazione, il docufilm. Alle informazioni tecniche provenienti dagli scavi dell'archeologo Andrea Patanè e da alcuni allievi della Scuola abbiamo affiancato la fiction di un carusu e del vecchio ceramista, suo maestro, in cui Greci e Indigeni assumono la fisionomia del mito. In questo modo il linguaggio accademico si trasforma in una narrazione dal forte impatto emozionale destinata a un pubblico più ampio rispetto a quello degli archeologi».
Il problema amianto:esercitiamo la democrazia anche a Casale.
uno dei capannoni all'Eternit,
fabbrica d'amianto dismessa
a Siracusa
Venerdì 16 dicembre 2011 verrà discussa nel consiglio comunale di Casale Monferrato la famigerata e quasi ormai accettata proposta, presentata dai legali di Stephen Schmideiny, attraverso la società Bacon.
18.300.000 contro la revoca della costituzione di parte civile al processo Eternit di Torino e la rinuncia ad ogni altro diritto e azione anche riguardo ad ulteriori procedimenti futuri.
Il consiglio comunale non sarà aperto alla popolazione casalese ma la popolazione casalese potrà assistervi lo stesso.
E quindi, mentre si sta scrivendo una parte importante del passato, del presente e del futuro della città di Casale Monferrato, noi faremo in modo di esserci e di far sentire la nostra voce.
Il noi rappresenta una pluralità di persone che saranno presenti e non è riferibile ad alcuna connotazione politica, sociale o culturale.
Solo munirsi di una bandiera, quella italiana con la scritta "ETERNIT GIUSTIZIA" per non dimenticarlo e renderlo ben visibile.
Chi è sprovvisto, potrà passare presso la sede dell'AFEVA, in Piazza Castello 31 a Casale Monferrato, durante tutta la giornata di venerdì 16 dicembre.
Il consiglio comunale inizierà alle 21:00 ma arrivar prima, anche una mezz'oretta prima, non farebbe male.
"La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione."
18.300.000 contro la revoca della costituzione di parte civile al processo Eternit di Torino e la rinuncia ad ogni altro diritto e azione anche riguardo ad ulteriori procedimenti futuri.
Il consiglio comunale non sarà aperto alla popolazione casalese ma la popolazione casalese potrà assistervi lo stesso.
E quindi, mentre si sta scrivendo una parte importante del passato, del presente e del futuro della città di Casale Monferrato, noi faremo in modo di esserci e di far sentire la nostra voce.
Il noi rappresenta una pluralità di persone che saranno presenti e non è riferibile ad alcuna connotazione politica, sociale o culturale.
Solo munirsi di una bandiera, quella italiana con la scritta "ETERNIT GIUSTIZIA" per non dimenticarlo e renderlo ben visibile.
Chi è sprovvisto, potrà passare presso la sede dell'AFEVA, in Piazza Castello 31 a Casale Monferrato, durante tutta la giornata di venerdì 16 dicembre.
Il consiglio comunale inizierà alle 21:00 ma arrivar prima, anche una mezz'oretta prima, non farebbe male.
"La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione."
I problemi dello smaltimento del Mox
Dal sito IL CAMBIAMENTO
La chiamano la sindrome francese, e in effetti la Francia sembra essere l'unica potenza a produrre, e a voler continuare a farlo, il MOX, combustibile speciale altamente pericoloso a base di uranio (91,5%) e di plutonio (8,5%) ricavato dagli scarti nucleari di altri combustibili. La maggior parte dei paesi dotati di impianti nucleari (per esempio gli USA) considerano il combustibile esaurito come scorie nucleari da smaltire. Il combustibile esaurito può, tuttavia, essere riprocessato per separarne le componenti, con particolare interesse per il plutonio e l'uranio. Il riprocessamento può essere effettuato a scopo civile o militare, in quest'ultimo caso al fine di ottenere materiale per la costruzione di armi atomiche. A partire dagli anni ‘80, specialmente in Francia, è stato messo a punto un combustibile costituito da plutonio ed uranio impoverito, denominato MOX. L'impianto di La Hague (Manche) incamera ogni anno circa 1.200 tonnellate di combustibile nucleare esausto proveniente da tutte le centrali francesi. Su queste 1.200 tonnellate, 850 tonnellate in media sono ritrattate, il resto è stoccato dentro piscine, che ad oggi contengono 9.600 tonnellate di combustibile irradiato. Le installazioni di Areva estraggono il plutonio, cioè circa l'1% della materia globale contenuta nel combustibile nucleare esausto. Tuttavia, la maggior parte di questo plutonio non è utilizzato, pertanto 74 tonnellate di questa materia estremamente pericolosa sono attualmente stoccate a La Hague. Ma non finisce qui: una piccola parte del plutonio ricavato è avviata al sito di Marcoule (Gard), nell'impianto Areva di Melox. In questa fabbrica è mischiato a dell'uranio nuovo naturale impoverito, dando luogo alla miscela nota come MOX. I problemi presentati dal MOX riguardano, pertanto, in prima istanza, i trasporti di materiale radioattivo verso i centri di stoccaggio e di riprocessamento. Un trasporto estremamente pericoloso e ad alto rischio è proprio quello da La Hague a Marcoule, che si effettua su camion, ciascuno dei quali carica 150 kg di plutonio, equivalenti a 20 bombe del tipo Nagasaki. Ma non si tratta solo di questo.
Le installazioni di Areva estraggono il plutonio, cioè circa l'1% della materia globale contenuta nel combustibile nucleare esausto
I processi di estrazione del plutonio rigettano nell'atmosfera e nel mare una grande mole di rifiuti radioattivi di diverse categorie, e non esistono soluzioni per gestirli a lungo termine. Lo stesso MOX negli anni tende a diventare uno scarto di gran lunga più pericoloso e difficile di tutti gli altri materiali radioattivi classici. Inoltre gli impianti di La Hague e di Melox non sono sfruttati al massimo del loro potenziale. Concepiti per rispondere ad una forte domanda internazionale, non sono attualmente utilizzati che a circa il 50% della loro capacità. Areva pensa di ridurre drasticamente gli effettivi interessati, come dovrebbe confermare all'inizio di dicembre 2011, durante la pubblicazione del suo piano di ristrutturazione strategica. Gli errori strategici di Areva sfociano oggi in un'impasse per le migliaia di operai impiegati a La Hague ed a Melox. Solo lo sviluppo di una vera filiera di smantellamento e di gestione delle scorie nucleari permetterebbe di assicurare il posto a questi lavoratori del nucleare.
Greenpeace denuncia che le performance del MOX sono persino meno buone di quelle dei combustibili classici, malgrado la produzione del primo sia ben più costosa di quella dei secondi.
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La chiamano la sindrome francese, e in effetti la Francia sembra essere l'unica potenza a produrre, e a voler continuare a farlo, il MOX, combustibile speciale altamente pericoloso a base di uranio (91,5%) e di plutonio (8,5%) ricavato dagli scarti nucleari di altri combustibili. La maggior parte dei paesi dotati di impianti nucleari (per esempio gli USA) considerano il combustibile esaurito come scorie nucleari da smaltire. Il combustibile esaurito può, tuttavia, essere riprocessato per separarne le componenti, con particolare interesse per il plutonio e l'uranio. Il riprocessamento può essere effettuato a scopo civile o militare, in quest'ultimo caso al fine di ottenere materiale per la costruzione di armi atomiche. A partire dagli anni ‘80, specialmente in Francia, è stato messo a punto un combustibile costituito da plutonio ed uranio impoverito, denominato MOX. L'impianto di La Hague (Manche) incamera ogni anno circa 1.200 tonnellate di combustibile nucleare esausto proveniente da tutte le centrali francesi. Su queste 1.200 tonnellate, 850 tonnellate in media sono ritrattate, il resto è stoccato dentro piscine, che ad oggi contengono 9.600 tonnellate di combustibile irradiato. Le installazioni di Areva estraggono il plutonio, cioè circa l'1% della materia globale contenuta nel combustibile nucleare esausto. Tuttavia, la maggior parte di questo plutonio non è utilizzato, pertanto 74 tonnellate di questa materia estremamente pericolosa sono attualmente stoccate a La Hague. Ma non finisce qui: una piccola parte del plutonio ricavato è avviata al sito di Marcoule (Gard), nell'impianto Areva di Melox. In questa fabbrica è mischiato a dell'uranio nuovo naturale impoverito, dando luogo alla miscela nota come MOX. I problemi presentati dal MOX riguardano, pertanto, in prima istanza, i trasporti di materiale radioattivo verso i centri di stoccaggio e di riprocessamento. Un trasporto estremamente pericoloso e ad alto rischio è proprio quello da La Hague a Marcoule, che si effettua su camion, ciascuno dei quali carica 150 kg di plutonio, equivalenti a 20 bombe del tipo Nagasaki. Ma non si tratta solo di questo.
Le installazioni di Areva estraggono il plutonio, cioè circa l'1% della materia globale contenuta nel combustibile nucleare esausto
I processi di estrazione del plutonio rigettano nell'atmosfera e nel mare una grande mole di rifiuti radioattivi di diverse categorie, e non esistono soluzioni per gestirli a lungo termine. Lo stesso MOX negli anni tende a diventare uno scarto di gran lunga più pericoloso e difficile di tutti gli altri materiali radioattivi classici. Inoltre gli impianti di La Hague e di Melox non sono sfruttati al massimo del loro potenziale. Concepiti per rispondere ad una forte domanda internazionale, non sono attualmente utilizzati che a circa il 50% della loro capacità. Areva pensa di ridurre drasticamente gli effettivi interessati, come dovrebbe confermare all'inizio di dicembre 2011, durante la pubblicazione del suo piano di ristrutturazione strategica. Gli errori strategici di Areva sfociano oggi in un'impasse per le migliaia di operai impiegati a La Hague ed a Melox. Solo lo sviluppo di una vera filiera di smantellamento e di gestione delle scorie nucleari permetterebbe di assicurare il posto a questi lavoratori del nucleare.
Greenpeace denuncia che le performance del MOX sono persino meno buone di quelle dei combustibili classici, malgrado la produzione del primo sia ben più costosa di quella dei secondi.
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Le ultime sul disastro nucleare di Fukushima
Sono tutti di nomina
governativa gli esperti che stanno
indagando il disastro nucleare di Fukushima e che sono tenuti a pubblicare una
relazione intermedia dicendo come la TEPCO avrebbe potuto fare i preparativi
per prevenire la perdita di potere di controllo che ha portato dallo tsunami
marzo, in modo possibilmente prevenire crolli nei reattori nucleari. L'agenzia
di polizia nazionale ha pubblicato il suo rapporto 2011 sulla sicurezza interna
in Giappone e all'estero, e avverte che le norme di sicurezza riguardanti gli
impianti nucleari della nazione debbono essere rivisti in modo da non costituire
in pericolo sia in caso di attacchi terroristici, così come nell’eventualità di
catastrofi naturali. L'Agenzia
informa che gli agenti di polizia in tutto il paese, non solo quelli di stanza
vicino a centrali nucleari, dovrebbero avere "conoscenza di base"
sulle radiazioni.
Il parlamento giapponese ha
ufficialmente nominato un gruppo di esperti composto da 10 persone con il
compito di indagare la causa del disastro nucleare di Fukushima. Questi esperti in diverse discipline, avrà incontri al pubblico e ha il potere di
convocare testimoni e la documentazione richiesta sia dal governo e dalle parti
interessate. Prevede di
presentare una relazione nel mese di giugno.
La Camera bassa del Parlamento giapponese ha approvato accordi nucleari
con la Giordania, Russia, Vietnam e Corea del Sud, il Senato dovrebbe
approvarli presto. Gli accordi
permetteranno al Giappone di vendere tecnologia nucleare e le attrezzature, una
mossa che ha incontrato critiche da parte del pubblico giapponese.
TEPCO La TEPCO ha annunciato che potrebbe vendere
alcune delle sue centrali termoelettriche, al fine di coprire i pagamenti come
risarcimento alle vittime del disastro nucleare di Fukushima. LaTEPCO sta prendendo in considerazione il rilascio di acqua radioattiva in mare, una mossa aspramente criticato dagli ambientalisti e dall'industria della pesca giapponese , perche teme che i consumatori potranno evitare frutti di mare provenienti da acque contaminate. Serbatoi di raccolta di acqua radioattiva nei reattori si prevede che prevede di raggiungere il massimo delle sue capacità a marzo, attualmente, 100.000 tonnellate di acqua sono stati per cosi dire memorizzati. Inoltre, tra i 400 e 500 tonnellate di acqua al giorno si infiltrano nelle cantine dei reattori. Gli specialisti hanno detto che vogliono ridurre il livello delle radiazioni dell'acqua prima di rilasciarla, ma non ha specificato specifici livelli, né ha fornito una linea temporale o la quantità di acqua che rilascerà.
L’assicurazione Ace con sede in Svizzera ha accettato di coprire l'impianto di Fukushima Daiichi, dopo un pool giapponese di 23 assicuratori rifiutato di rinnovare la polizza. Il premio costerà 20 miliardi di yen, dieci volte il suo tasso attuale. Reattore di stato La TEPCO ha rivisto i dettagli per l'acqua radioattiva che causa di una fuga d'acqua un'unità di trattamento presso l'impianto di Fukushima Daiichi . E’ stato comunicato che 45 tonnellate di acqua contaminata si sono riversate in un edificio che ospita gli impianti di decontaminazione, ma poi questa stima è stata rivista a 15 tonnellate. I funzionari dicono che circa 300 litri di acqua sgorgano dalla costruzione mediante una grondaia incrinata, e 150 litri successivamente scorrevano già nell'Oceano Pacifico. Tuttavia, alcuni esperti indipendenti stimano che il doppio di tale quantità ha già raggiunto l’ oceano. TEPCO ha detto che l'acqua che ha già raggiunto l'oceano contiene circa 26 miliardi di becquerel di stronzio, che si accumula nelle ossa ed è stato collegato al cancro e leucemia. Agenzia sicurezza nucleare e industriale del Giappone (NISA) hanno ordinato alla Tepco installare rilevatori di fughe per evitare un altro evento di questo tipo.
L’assicurazione Ace con sede in Svizzera ha accettato di coprire l'impianto di Fukushima Daiichi, dopo un pool giapponese di 23 assicuratori rifiutato di rinnovare la polizza. Il premio costerà 20 miliardi di yen, dieci volte il suo tasso attuale. Reattore di stato La TEPCO ha rivisto i dettagli per l'acqua radioattiva che causa di una fuga d'acqua un'unità di trattamento presso l'impianto di Fukushima Daiichi . E’ stato comunicato che 45 tonnellate di acqua contaminata si sono riversate in un edificio che ospita gli impianti di decontaminazione, ma poi questa stima è stata rivista a 15 tonnellate. I funzionari dicono che circa 300 litri di acqua sgorgano dalla costruzione mediante una grondaia incrinata, e 150 litri successivamente scorrevano già nell'Oceano Pacifico. Tuttavia, alcuni esperti indipendenti stimano che il doppio di tale quantità ha già raggiunto l’ oceano. TEPCO ha detto che l'acqua che ha già raggiunto l'oceano contiene circa 26 miliardi di becquerel di stronzio, che si accumula nelle ossa ed è stato collegato al cancro e leucemia. Agenzia sicurezza nucleare e industriale del Giappone (NISA) hanno ordinato alla Tepco installare rilevatori di fughe per evitare un altro evento di questo tipo.
La vita sulla stazione spaziale internazionale
Ormai
gli astronauti che debbono lavorare a rotazione nella stazione spaziale
internazionale partono solo dal Kazakistan,una volta esaurita la missione
Shuttle della NASA. In primo piano i
motori del primo stadio del razzo Soyuz booster sono visibili e testimoniano il
lavoro degli ingegneri che hanno accoppiato il razzo con la Soyuz TMA-22, uno
dei tanti veicoli spaziali che si staccano dal cosmodromo di Baikonur in
Kazakistan. Sono stati effettuati a puntino i preparativi per il lancio che è
stato effettuato il 14 novembre sempre da Baikonur per raggiungere la stazione
spaziale Internazionale con Expedition 30.I componenti di questa spedizione
sono il comandante Dan Burbank della
NASA, il comandante Soyuz Anton Shkaplerov e l’ingegnere di volo Anatoly Ivanishin
che saranno a bordo di questo velivolo spaziale. La stazione spaziale è lunga come un campo di football
americano e può essere visto dalla Terra a occhio nudo. Lo sapevate che
ognuno dei componenti è stato costruito nel paesi in tutto il mondo e riuniti
per la prima volta nello spazio, a gravità zero, mentre sfreccia in tutto il
mondo a 17.500 miglia all'ora? Immaginate una gravità
zero e provate a fare un tour attraverso la Stazione Spaziale Internazionale per
scoprire i diversi moduli che la compongono. Scoprirete i vari laboratori,
l'abitazione, la palestra, e la grande finestra a 360^. IMMAGINI DI VITA A BORDO DELLA STAZIONE SPAZIALE
L’astronauta Satoshi Furukawa, della Giappone Aerospace Exploration Agency componente dell’Expedition 29 ingegnere di volo, mentre è impegnato a lavorare al Microgravity Science Glovebox (MSG) nel laboratorio Destiny della Stazione Spaziale Internazionale.
Membri dell'equipaggio di Expedition 29 dopo l'atterraggio
Personale di supporto russo che lavorano per aiutare i membri dell'equipaggio di Expedition 29 per venire fuori dalla TMA-02M,cioè la navicella Soyuz poco dopo la capsula è atterrata con i componenti di Expedition 29, cioè comandante Mike Fossum e gli ingegneri di volo Sergei Volkov e Satoshi Furukawa in un area al di fuori della città di Arkalyk, nel Kazakistan, il 22 novembre (era il 21 novembre negli Stati Uniti). L’astronauta della NASA Fossum, il cosmonauta russo Volkov e l’astronauta Furukawa della Giappone Aerospace Exploration Agency sono di ritorno dopo essere stati più di cinque mesi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale dove hanno servito e lavorato insieme ai membri della Expedition 28 e gli equipaggi dell’Expedition 29.
L’astronauta Satoshi Furukawa, della Giappone Aerospace Exploration Agency componente dell’Expedition 29 ingegnere di volo, mentre è impegnato a lavorare al Microgravity Science Glovebox (MSG) nel laboratorio Destiny della Stazione Spaziale Internazionale.
Membri dell'equipaggio di Expedition 29 dopo l'atterraggio
Personale di supporto russo che lavorano per aiutare i membri dell'equipaggio di Expedition 29 per venire fuori dalla TMA-02M,cioè la navicella Soyuz poco dopo la capsula è atterrata con i componenti di Expedition 29, cioè comandante Mike Fossum e gli ingegneri di volo Sergei Volkov e Satoshi Furukawa in un area al di fuori della città di Arkalyk, nel Kazakistan, il 22 novembre (era il 21 novembre negli Stati Uniti). L’astronauta della NASA Fossum, il cosmonauta russo Volkov e l’astronauta Furukawa della Giappone Aerospace Exploration Agency sono di ritorno dopo essere stati più di cinque mesi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale dove hanno servito e lavorato insieme ai membri della Expedition 28 e gli equipaggi dell’Expedition 29.
I PANTANI DELLA SICILIA ORIENTALE
Fai Ho Pantani di Pachino Che i privatizzazione Di quella zona vogliono e reclamano per le Loro necessità, e non vogliono le limitazioni imposti dall'adozione della Riserva Naturale su Luoghi Questi, ma NEL frattempo sfruttano i Fondi PON per la Manutenzione degli stessi. Una contraddizione evidente e ONU Voler mettere ostacoli ad Una Riserva Naturale Che la Regione vuole delimitare. Continua dunque il sacco del Territorio in provincia THIS colomba ognuno vuole ricavarsi ONU Suo pezzetto da lottizzare.Il TAR uno please Riserva Naturale Pantani della Sicilia Sud Orientale
Ancora un successo di Legambiente, questa volta a favore della riserva naturale Pantani Sicilia Sud Orientale. Il TAR di Catania, il 20 ottobre, ha respinto la richiesta di sospensiva del decreto istitutivo della riserva naturale, presentata dalle sezioni provinciali della Federazione siciliana della caccia, della Federazione italiana della caccia e della Associazione nazionale cacciatori, dando così ragione al Comitato regionale siciliano di Legambiente, rappresentato e difeso in giudizio dagli avvocati Corrado Giuliano e Marilena Del Vecchio.
L’istituzione della riserva naturale Pantani, avvenuta con decreto del dirigente del Dipartimento regionale dell’ambiente, il 27 luglio scorso, di fatto impedisce l’attività di caccia nelle aree A e B della riserva stessa, così come stabilisce il regolamento che specifica le modalità d’uso e i divieti. La riserva naturale, costituita da tre distinte aree, ognuna con un proprio perimetro e una propria suddivisione in zona A e B, ricade nei territori dei comuni di Ispica (RG), Pachino e Noto (Sr) e ha una estensione complessiva di 1.385 ettari.Il TAR ha respinto le ragioni dei legali delle associazioni venatorie che, tra l’altro, contestavano l’incompetenza del dirigente generale del dipartimento regionale dell’ambiente ad emettere il decreto istitutivo della riserva naturale, e la mancata revisione del piano regionale dei parchi e delle riserve naturali.
Gli avvocati Corrado Giuliano e Marilena Vecchio, sempre per conto di Legambiente, il 9 novembre prossimo resisteranno innanzi al TAR di Catania contro il comune di Pachino che, inspiegabilmente, ha chiesto l’annullamento dell’atto di costituzione della riserva naturale Pantani.qui per effettuare modifiche.
Ancora un successo di Legambiente, questa volta a favore della riserva naturale Pantani Sicilia Sud Orientale. Il TAR di Catania, il 20 ottobre, ha respinto la richiesta di sospensiva del decreto istitutivo della riserva naturale, presentata dalle sezioni provinciali della Federazione siciliana della caccia, della Federazione italiana della caccia e della Associazione nazionale cacciatori, dando così ragione al Comitato regionale siciliano di Legambiente, rappresentato e difeso in giudizio dagli avvocati Corrado Giuliano e Marilena Del Vecchio.
L’istituzione della riserva naturale Pantani, avvenuta con decreto del dirigente del Dipartimento regionale dell’ambiente, il 27 luglio scorso, di fatto impedisce l’attività di caccia nelle aree A e B della riserva stessa, così come stabilisce il regolamento che specifica le modalità d’uso e i divieti. La riserva naturale, costituita da tre distinte aree, ognuna con un proprio perimetro e una propria suddivisione in zona A e B, ricade nei territori dei comuni di Ispica (RG), Pachino e Noto (Sr) e ha una estensione complessiva di 1.385 ettari.Il TAR ha respinto le ragioni dei legali delle associazioni venatorie che, tra l’altro, contestavano l’incompetenza del dirigente generale del dipartimento regionale dell’ambiente ad emettere il decreto istitutivo della riserva naturale, e la mancata revisione del piano regionale dei parchi e delle riserve naturali.
Gli avvocati Corrado Giuliano e Marilena Vecchio, sempre per conto di Legambiente, il 9 novembre prossimo resisteranno innanzi al TAR di Catania contro il comune di Pachino che, inspiegabilmente, ha chiesto l’annullamento dell’atto di costituzione della riserva naturale Pantani.qui per effettuare modifiche.
I GHIACCIAI NELL'ARTICO
ALBUM
GLI ASTRONAUTI DELLA SOYUZ
LEGGE DI STABILITA': A RISCHIO AREE MARINE PROTETTE E NON SOLO
Dal sito : il Cambiamento Legge stabilità: a rischio parchi e aree marine protette
La Legge di Stabilità destina solo lo 0,7% delle risorse della manovra all'ambiente. A rischio chiusura sono 10 aree marine protette. Legambiente e WWF denunciano le conseguenze del provvedimento per la natura nel nostro Paese.
“Con questa finanziaria vengono ridotti della metà i fondi destinati alle aree marine protette che rischiano così di chiudere. Il mare protetto ha già risorse molte scarse, inadeguate a tutelare la biodiversità. L’Italia deve proteggere questo patrimonio naturale e non ridurre una delle poche politiche ambientali di punta per il nostro Paese”. Questo il commento di Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette di Legambiente, riguardo la Legge di Stabilità che sabato ha ricevuto l'approvazione della Camera.
E in riferimento alla Legge di Stabilità è intervenuto anche il WWF Italia. “Nella Legge di Stabilità 2012 si fotografa la debacle del Ministero dell’Ambiente sulle Aree Protette, fiore all’occhiello della protezione delle natura del nostro Paese, nel 2011 anno del ventennale della legge quadro sulle aree protette (Legge n 394/1991)”.
“Ci troviamo di fronte ad un cocktail micidiale che rischia di ammazzare le aree protette nazionali – denuncia Stefano Leoni, presidente del WWF Italia - composto dal combinato disposto della riduzione della metà dei fondi destinati ad interventi dai parchi nazionali (dai 7 milioni di euro previsti per il 2012 dalla Legge di Stabilità 2011, ai 3,5 milioni di euro della Legge di Stabilità 2012), dalla riduzione di un terzo dei fondi previsti nel bilancio del Ministero per le are marine protette (che nella Legge di Stabilità 2011 ammontavano a 5,5 milioni circa) che rischia di portare alla chiusura di 10 parchi marini nazionali su 29 e dalla mancata correzione della norma della manovra correttiva 2010 (art. 6, c. 2 del dl 78/2010, convertito nella legge 122/2010) nella quale si stabilisce che i presidenti (e quindi anche i commissari) dei parchi debbano svolgere un ruolo pubblico di alta responsabilità gratuitamente. Ciò avviene quando si doveva uscire dai numerosi commissariamenti in atto e quando sono in scadenza le nomine ministeriali, d’intesa con le Regioni, di numerosi presidenti di parco, carica per la quale, vista la gratuità, sarà difficile trovare persone competenti che si assumano delicate responsabilità amministrative. Ne esce un quadro desolante della capacità politica di influire sulle scelte del Governo da parte del Ministero dell’ambiente, ma anche della ‘sensibilità ambientale’del Governo dimissionario in carica. Solo i 25 parchi nazionali terrestri potranno vivacchiare senza però capacità di intervento, essendo garantiti solo i fondi per il loro funzionamento ordinario”.
A conferma della marginalità del tema ambiente il WWF rileva che la Legge di Stabilità 2012 destina ad interventi in campo ambientale la misera cifra di 43,697 milioni di euro (per pagare gli interventi sulla difesa del mare, sulle aree protette, sulla CITES convenzione internazionale per le specie in via di estinzione e le attività dell’ISPRA, l’istituto di ricerca del Ministero) equivalenti allo 0,7% del totale della manovra (da 5,653 miliardi di euro nel 2012), cifra che raggiunge quota 2,1% se si aggiungono, impropriamente, i 75,833 milioni di euro previsti quale accantonamento (come si sa puramente figurativo) per la difesa del suolo.
La Legge di Stabilità destina solo lo 0,7% delle risorse della manovra all'ambiente. A rischio chiusura sono 10 aree marine protette. Legambiente e WWF denunciano le conseguenze del provvedimento per la natura nel nostro Paese.
“Con questa finanziaria vengono ridotti della metà i fondi destinati alle aree marine protette che rischiano così di chiudere. Il mare protetto ha già risorse molte scarse, inadeguate a tutelare la biodiversità. L’Italia deve proteggere questo patrimonio naturale e non ridurre una delle poche politiche ambientali di punta per il nostro Paese”. Questo il commento di Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette di Legambiente, riguardo la Legge di Stabilità che sabato ha ricevuto l'approvazione della Camera.
E in riferimento alla Legge di Stabilità è intervenuto anche il WWF Italia. “Nella Legge di Stabilità 2012 si fotografa la debacle del Ministero dell’Ambiente sulle Aree Protette, fiore all’occhiello della protezione delle natura del nostro Paese, nel 2011 anno del ventennale della legge quadro sulle aree protette (Legge n 394/1991)”.
“Ci troviamo di fronte ad un cocktail micidiale che rischia di ammazzare le aree protette nazionali – denuncia Stefano Leoni, presidente del WWF Italia - composto dal combinato disposto della riduzione della metà dei fondi destinati ad interventi dai parchi nazionali (dai 7 milioni di euro previsti per il 2012 dalla Legge di Stabilità 2011, ai 3,5 milioni di euro della Legge di Stabilità 2012), dalla riduzione di un terzo dei fondi previsti nel bilancio del Ministero per le are marine protette (che nella Legge di Stabilità 2011 ammontavano a 5,5 milioni circa) che rischia di portare alla chiusura di 10 parchi marini nazionali su 29 e dalla mancata correzione della norma della manovra correttiva 2010 (art. 6, c. 2 del dl 78/2010, convertito nella legge 122/2010) nella quale si stabilisce che i presidenti (e quindi anche i commissari) dei parchi debbano svolgere un ruolo pubblico di alta responsabilità gratuitamente. Ciò avviene quando si doveva uscire dai numerosi commissariamenti in atto e quando sono in scadenza le nomine ministeriali, d’intesa con le Regioni, di numerosi presidenti di parco, carica per la quale, vista la gratuità, sarà difficile trovare persone competenti che si assumano delicate responsabilità amministrative. Ne esce un quadro desolante della capacità politica di influire sulle scelte del Governo da parte del Ministero dell’ambiente, ma anche della ‘sensibilità ambientale’del Governo dimissionario in carica. Solo i 25 parchi nazionali terrestri potranno vivacchiare senza però capacità di intervento, essendo garantiti solo i fondi per il loro funzionamento ordinario”.
A conferma della marginalità del tema ambiente il WWF rileva che la Legge di Stabilità 2012 destina ad interventi in campo ambientale la misera cifra di 43,697 milioni di euro (per pagare gli interventi sulla difesa del mare, sulle aree protette, sulla CITES convenzione internazionale per le specie in via di estinzione e le attività dell’ISPRA, l’istituto di ricerca del Ministero) equivalenti allo 0,7% del totale della manovra (da 5,653 miliardi di euro nel 2012), cifra che raggiunge quota 2,1% se si aggiungono, impropriamente, i 75,833 milioni di euro previsti quale accantonamento (come si sa puramente figurativo) per la difesa del suolo.
ALCUNE BELLEZZE DI SIRACUSA